PROGETTO SCUOLE

RIBELLI COME IL SOLE nasce principalmente come progetto per le scuole, dalla quinta elementare in avanti: il linguaggio viene semplificato, reso comprensibile ai ragazzi e la durata della narrazione adeguata alla loro soglia di attenzione. Di seguito trovate la mia motivazione a perseguire questa finalità, portando la storia nelle scuole, non per insegnarla ma per trasmetterla. E con il disegno che fa da tramite... la suggestione emotiva è assicurata.
Dimenticavo: quando una scuola mi chiede "Di cosa hai bisogno?" rispondo sempre "Avete la presa della corrente? Mi basta quella!"

L'autore è inoltre disponibile per incontri nelle scuole e incontri pubblici.



"Quando penso a un progetto, non penso solo a farlo bene, ma soprattutto che sia capace di trasmettere. Sono convinto che la storia non si insegna, ma si trasmette. Questo vuol dire che mi pongo la domanda di quale sia il miglior modo per farmi capire e incuriosire chi mi ascolta o chi mi legge. RIBELLI COME IL SOLE è un racconto delle Barricate del 1922 come non è mai stato fatto: attraverso gli occhi e la vita di un ragazzino di 14 anni, Gino detto Soghèt. Solitamente si riconduce la storia delle Barricate a Guido Picelli protagonista, ma per un ragazzo dalla quinta elementare in avanti un adulto come Picelli è già troppo "distante", difficile per un ragazzo identificarsi in un adulto che rischia di insegnare la storia come un monumento o una celebrazione stantia, ripetitiva, noiosa. Gino, protagonista di RIBELLI COME IL SOLE, non è solo uno del popolo e un ragazzino comune nel quale i coetanei possono identificarsi, ma sogna in modo simile a quelli dei ragazzi di oggi: vuole giocare a pallone, sogna di diventare un giocatore. La storia dello sport in questo caso cade a proposito, in quanto gli anni di nascita e di crescita del calcio partono dal 1898 (primo campionato di calcio d'Italia), in particolare sovrapponendosi a quel contesto sociale che poi sfocia nelle Barricate del '22, che conduce un popolo, quello dei borghi, a maturare e crescere, a sviluppare una identità che fa la differenza tra chi lamenta il diritto di avere e chi sente il dovere di avere e difendere i diritti fondamentali. Perchè raccontare ai ragazzi? Perchè se la storia va bene per loro va bene anche per gli adulti, perchè i ragazzi sono la maggiore ricchezza sulla quale investire, perchè avranno un futuro a patto che sopravvivano al modo in cui sapremo trasmettere loro la memoria, perché ci sono valori da trasmettere che possono evitare il rischio di un vuoto culturale che precede, sempre, qualunque altra crisi." 
                                            
Gianluca Foglia "Fogliazza"